D DOMANDE FREQUENTI


D Dolore Intenso ai denti. Potrebbe essere pulpite?


Un dolore riferito ai denti, molto intenso pur senza poter distinguere l’elemento responsabile, è tipico di una pulpite. La diagnosi precisa e la localizzazione del dente sarà competenza del dentista esperto in Endodonzia, a cui è bene rivolgersi prima possibile per una rapida risoluzione del dolore e per evitare ulteriori complicanze, come un ascesso (gonfiore, dolore, febbre). I denti sono le strutture più mineralizzate e dure del nostro corpo, ma al loro interno c’è uno spazio cavo in cui è alloggiata la polpa dentale (il cosiddetto nervo) che si estende per tutta la lunghezza delle radici. La polpa è ricca di vasi sanguigni che la alimentano mantenendola sensibile e vitale, ma quando un’infezione profonda (carie, traumi) la raggiunge, l’infiammazione la comprime nel suo spazio inestensibile provocando il tipico dolore della pulpite. Il dolore, continuo e non localizzato, può aumentare d’intensità con bevande calde e diminuire con quelle fredde, e accentuarsi in posizione distesa. La terapia è il trattamento endodontico (o terapia canalare, anche detta devitalizzazione).

I I Il dentista mi ha detto che devo rifare la cura canalare su un dente già curato dieci anni fa. Io però non ho mai avuto nessun problema… perché la devo rifare?


Non c’è necessità di ritrattare endodonticamente un dente se non c’è dolore, infezione interna o se la radiografia non mostra lesioni.
Anche in assenza di dolore, però, è possibile che un dente già sottoposto a terapia canalare presenti un’infezione al suo interno tale da determinare una lesione nell’osso intorno alla radice. Tale lesione, di riscontro piuttosto comune, è il granuloma. Non si tratta di un tumore, ma una reazione infiammatoria dell’organismo per arginare il propagarsi dell’infezione. In radiografia si presenta come un alone scuro intorno alla parte terminale della radice.

Queste lesioni croniche possono essere causate da una cura canalare incompleta (mancata detersione e otturazione dei canali per tutta la loro lunghezza), oppure da una vecchia ricostruzione del dente che col tempo ha lasciato infiltrare microrganismi all’interno. Spesso rimangono silenti anche per molti anni, talvolta raggiungendo dimensioni notevoli a scapito dell’osso di sostegno del dente. Possono riacutizzarsi occasionalmente con ascesso (dolore e gonfiore) che infine determina la perdita del dente. La terapia è un nuovo trattamento canalare (ritrattamento) che possa raggiungere gli obiettivi mancati dal primo.

I I Il mio nuovo dentista per devitalizzare ed otturare i denti usa un foglietto di gomma fissato al dente. E’ una nuova procedura?


Si chiama diga di gomma, introdotta in odontoiatria fin dalla fine dell’800. Permette di isolare il dente o i denti da curare dall’ambiente orale, così da lavorare all’asciutto dalla saliva e con migliore accessibilità, senza l’interferenza di lingua e labbra. Nel corso di una terapia endodontica o di un’otturazione risulta praticamente irrinunciabile per evitare la contaminazione dell’interno dei denti o delle superfici che si sta cercando di pulire, disinfettare e otturare. Grazie alla diga di gomma tutti i liquidi disinfettanti, tutti i materiali e gli strumenti utilizzati dal dentista non possono essere ingeriti o inalati accidentalmente dal paziente. Con la diga applicata il paziente si tranquillizza molto più facilmente, non dovendo più sforzarsi a non interferire con lingua e labbra o con la deglutizione, e il dentista può concentrarsi di più sull’intervento. Da sempre è considerata una delle procedure più importanti da applicare per migliorare la qualità e il successo sia delle cure endodontiche, sia degli interventi di otturazione / ricostruzione dentali.

D Devo sempre “incapsulare” un dente devitalizzato?


Non sempre. E’ un luogo comune il fatto che la corona protesica (detta spesso capsula per la forma avvolgente) serva sempre e in ogni caso per irrobustire il dente devitalizzato.
La scelta se ricoprire un dente con una corona artificiale deve scaturire da un’attenta valutazione di molti aspetti, come la quantità e qualità di dente residuo e il tipo di dente in causa (per esempio, che sia un incisivo oppure un molare).
Un dente trattato endodonticamente è in ogni caso più fragile di un dente integro e una corona o un’opportuna ricostruzione/intarsio che ricopra e protegga mediante “cerchiaggio” il dente, distribuendo correttamente i carichi, è più spesso consigliabile per i denti latero-posteriori.

V Vorrei sapere se vale la pena salvare un dente oppure non succede nulla se rimango con uno spazio vuoto


La perdita di un dente dovrebbe sempre essere trattata e anche in tempi brevi; oltre agli ovvi problemi di masticazione, lo spazio vuoto provoca lo spostamento progressivo degli altri denti.
Il dente antagonista tende a scendere (o sa “salire”) nello spazio rimasto vuoto e i denti adiacenti a inclinarsi e spostarsi, con perdita irreversibile dell’assetto più stabile e funzionale dei denti.
La sostituzione di elementi mancanti può essere realizzata con protesi fissa, ossia un “ponte” ad appoggio sui denti a ridosso dello spazio vuoto, oppure ricorrendo all’implantologia, o ancora con una protesi rimovibile.

C Cos’è una tasca parodontale?


La tasca parodontale è uno spazio tra dente e gengiva creatosi in seguito alla distruzione dei tessuti che circondano il dente (gengiva e osso). Il dentista, attraverso l’uso di una sonda parodontale, è in grado di evidenziarne la presenza e la profondità.

C Come si forma il tartaro?


La placca batterica, se non rimossa dalle superfici dentali, può andare incontro a calcificazione per precipitazione di sali di calcio e fosfati presenti nella saliva.

C Che cos’è l’ablazione del tartaro?


L'ablazione del tartaro è la rimozione del tartaro da tutte le superfici dentali mediante strumenti manuali ed ultrasonici.

P Perché i denti possono diventare sensibili? Cosa fare in questo caso?


I denti possono diventare sensibili per diverse ragioni; le più comuni sono la carie dentaria e la malattia parodontale.
In caso di sensibilità dei denti è consigliato recarsi dal proprio dentista per una valutazione delle possibili cause e della relativa terapia.

A A cosa serve il filo interdentale?


Il filo interdentale è utile a rimuovere la placca batterica che si accumula tra un dente e l’altro.

I I Il fumo ha qualche effetto nocivo sulla salute di denti e gengive?


Il fumo rende più grave la parodontite che porta alla perdita dei denti. Le macchie da fumo favoriscono l’accumulo di placca batterica intorno ai denti.

P Perché le gengive sanguinano?


Le gengive sanguinano perché, in seguito a un accumulo di placca batterica si induce un’infiammazione gengivale.
I tessuti, se stimolati meccanicamente (spazzolamento), manifestano il sanguinamento.

C Che cos'è il bruxismo?


Il bruxismo è l’abitudine di stringere, serrare o digrignare i denti. Questa attività è presente soprattutto durante il sonno, anche inconsapevolmente, e soprattutto nei periodi di maggiore stress o tensione. In alcuni casi può essere presente anche durante il giorno rendendo il suo trattamento più difficile.
È un’attività “parafunzionale” proprio perché non rientra nella “funzione” propria della bocca, come altre abitudini che fanno parte della vita di tutti i giorni: masticare gomme americane, mangiarsi le unghie, morsicarsi le labbra, morsicare penne o matite. La maggior parte delle persone non sono neanche consapevoli di queste abitudini, eppure possono causare danni notevoli a varie strutture dell’organismo.
Le strutture coinvolte sono: i denti, il tessuto di supporto dei denti (l’osso dei mascellari e le gengive), i muscoli della masticazione e le articolazioni temporomandibolari.
Digrignare i denti, cioè farli strisciare o sfregare gli uni contro gli altri, comporta una notevole usura dei denti, che col tempo si consumano.

La sollecitazione che i movimenti del bruxismo procurano sui denti, si trasmette alle loro strutture di supporto, cioè l’osso dei mascellari (dove i denti sono “alloggiati”), e le gengive. Il bruxismo crea soprattutto un notevole affaticamento della muscolatura masticatoria non concedendole tempo per rilassarsi. Infatti, i muscoli della masticazione dovrebbero essere attivi per circa 1, 2 ore al giorno per masticare i cibi durante i pasti, oltre ad una minima attività durante il resto del giorno per parlare e deglutire. Per il resto dovrebbero aver modo di riposare.

Se invece una persona soffre di bruxismo, i muscoli vengono attivati continuamente, soprattutto durante la notte, quando dovrebbero riposare, e, come qualsiasi altro muscolo del corpo, si affaticano e diventano dolenti. Questo affaticamento si può estendere anche ai muscoli del collo e delle spalle, dando origine a forme di mal di testa soprattutto al risveglio.
Le forze che si sviluppano negli episodi di bruxismo si scaricano anche sulle articolazioni temporomandibolari, che si possono infiammare e diventare dolenti. Oppure possono andare incontro a dislocazioni del disco articolare con conseguenti disfunzioni come schiocchi articolari nei movimenti di apertura e chiusura della bocca, deviazioni o limitazione dell’apertura della bocca.

Ovviamente non è possibile controllare consciamente il bruxismo notturno, perché si verifica mentre dormiamo. Però è possibile utilizzare un bite, cioè un dispositivo rimovibile in resina trasparente che si inserisce sui denti, solitamente superiori, e permette di ridurre gli effetti del bruxismo. Frapponendosi ai denti stessi, ne impedisce l’usura e la sollecitazione dei tessuti di sostegno dei denti.
Con il bite si può anche modificare la posizione della mandibola, se questa risulta alterata, migliorando l’attività dei muscoli, e i rapporti tra le strutture delle articolazioni temporomandibolari.